

Il Parco delle Energie al Prenestino. Le figure fantastiche a cavalcioni sul tronco sono state cancellate da un lugubre murale che mostra una città minacciata dagli incendi, firmato Dans la Rue.
In via Fanfulla da Lodi, la più affascinante fra le strade del Pigneto, L’occhio di Pasolini, di Marco Pallotta , il Tributo al Vangelo secondo Matteo di Pasolini, di Mr. Klevra e Io so i nomi, di Omino 71. Nel Caffè Rosti il murale in bianco e nero di M-City. All’inizio di via Fortebraccio il monumentale murale geometrico di 2501 (Iacopo Ceccarelli). Camilla Falsini e Yuri sulle saracinesche a via Gentile da Mogliano. Addentrandosi nelle stradine del quartiere s’incontrano opere di piccole dimensioni, che ne rappresentano forse la cifra più caratteristica, come le ironiche composizioni polimateriche firmate Sas Kia R, la Matrioska di A97 o i semplicissimi disegni in nero e rosso firmati K.
Progetto di Atac e della Galleria 999 Contemporary per la decorazione della stazione Spagna Metro A chiamando alcuni artisti francesi, fra i quali Seth (ma il suo murale all’ingresso non esiste più), C215 e Popay
Tracce di murali su carta, lungotevere Ripa, 2015. Nella dimensione spesso effimera della street art nulla è più effimero delle opere di carta
Street art alla Garbatella: il murale di Sten e Lex a via Caffaro
Centro sociale La Talpa al Quarticciolo
Tigre dai denti a sciabola. Murale di carta su una cabina di cemento a Monte Mario,
Città con grattacieli, nel cortile interno del liceo scientifico Isacco Newton
Un gruppo di writer, che si riconoscono nella sigla di Totalkaos, decorano in accordo col Municipio il sottopassaggio ferroviario di via dello Scalo San Lorenzo. I murali raccontano la storia del quartiere e evocano i bombardamenti del 1943. Un’opera complessa, di grande qualità, presto cancellata da insignificanti sovrapposizioni. Non se ne trova traccia in rete.
Gennaio 2003. Scuola professionale IPSIA Europa, a Centocelle, Gli studenti restaurano, a loro spese, gli intonaci della scuola. Poi decorano tutte le aule con murali ispirati ai fumetti. Tutta l’operazione si svolge accordo con professori e preside, nell’entusiasmo generale.
I977. Succursale del Liceo Righi. Nel cortile della scuola è rappresentato un accampamento indiano. Legato al palo e lambito dalle fiamme il ministro della Pubblica Istruzione Franco Maria Malfatti. Gli Indiani Metropolitani sono l’ala creativa del movimento.
Nella primavera del 1976 un gruppo di studenti – età fra i 20 e i 25 anni, tutti variamente impegnati in politica – costituirono il collettivo L’Asino che vola, per attirare l’attenzione sul degrado della zona e sul problema dell’abbandono forzato del centro storico da parte della popolazione residente. Si prefiggevano di suscitare la partecipazione degli abitanti ad un progetto di risanamento. A tal fine intrapresero la decorazione, con grandi murales, di alcuni palazzi abbandonati a via di Tor di Nona – dei quali era prevista la demolizione – e del muro di fronte, sull’altro lato della strada. Fra gli altri Paolo Ramundo, oggi architetto e agricoltore, Carlo Zaccagnini, architetto, figlio del segretario della DC, Giuseppe Roma, attualmente direttore del Censis, Lorenzo Mammì, musicista, figlio di Oscar, Isabella Rossellini, Roberto Federici, artista, Paolo Sgabello, giornalista, Antonio Rava, ingegnere, Jasmin Ergas, avvocatessa oggi a New York. Nel 1978 si aprì il cantiere – sotto la direzione dell’architetto Alessandra Montenero del comune di Roma – che condusse a termine il restauro degli edifici nel 1981. L’intervento comportò la distruzione dei murali.